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La bandiera

Presentazione

Il territorio

Cartina dell'Egitto

Case in terra cruda nell'oasi di Fayyum, in Egitto

Mappa dell'Egitto che mostra le principali città, parti dei paesi circostanti e il Mediterraneo e il Mar Rosso

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L'economia

Cenni storici

Egitto in Africa

Il canale di Suez

I tesori della natura

Il Sinai

L'oasi di Fayyum

La valle dei Re

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Il tesoro di Tutankhamon

La stele di Rosetta

Le città Il Cairo Alessandria d'Egitto El Giza Porto Said Suez

Piccolo lessico Canopo Città dei Morti Copto Diga di Assuan Feluca Ibis Karkadé Mastaba Papiro

Personaggi celebri Hosni Mubarak Gamal Abd el Nasser Anwar al-Sadatt

Altri centri Assuan Karnak Luxor Saqqara

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Il Libro dei Fatti dell'Egitto Foto

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La Farnesina - Viaggiare sicuri

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Bandiera dell'Egitto

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La bandiera.

Tre bande orizzontali uguali di rosso (in alto), bianco e nero;

l'emblema nazionale (un'aquila d'oro di Saladino rivolta verso il lato sollevatore con uno scudo sovrapposto sul petto sopra un rotolo recante il nome del paese in arabo) centrato nella banda bianca;

i colori della banda derivano dalla bandiera araba di liberazione e rappresentano l'oppressione (nero), superata attraverso la lotta sanguinosa (rosso), per essere sostituito da un futuro luminoso (bianco).

Nota: simile alla bandiera della Siria, che ha due stelle verdi nella banda bianca;

Iraq, che ha una iscrizione araba centrata nella banda bianca;

e Yemen, che ha una banda bianca.

Inno dell'Egitto.

GEOGRAFIA - AFRICA - EGITTO

PRESENTAZIONE

L'Egitto si affaccia a Nord sul Mar Mediterraneo e a Sud-Est è bagnato dal Mar Rosso;

a Est confina con Israele, a Sud con il Sudan e a Ovest con la Libia.

Ha una superficie di 1.001.449 kmq e una popolazione di 109.546.720 (2023) abitanti con una densità media di 72 abitanti per kmq.

La popolazione è composta per il 99,9% da Egiziani.

La lingua ufficiale è l'arabo, ma le classi più agiate parlano anche inglese e francese.

La popolazione è in prevalenza di religione musulmana (94%);

i cristiani (5,9%) sono quasi esclusivamente copti.

In base alla Costituzione del 1971, più volte modificata, l'Egitto è una Repubblica araba con un sistema democratico socialista.

Il presidente della Repubblica, che dura in carica 6 anni, è capo dello Stato e detiene il potere esecutivo;

egli è eletto dall'Assemblea Nazionale (454 membri, di cui 10 di nomina presidenziale, con mandato di 5 anni) e può essere rieletto per altri mandati e ha potere di nomina del primo ministro e dei membri del governo.

Dal maggio 2005, un emendamento costituzionale prevede che l'elezione del presidente della Repubblica avvenga a suffragio diretto tra più candidati di tutti i partiti politici.

Nel 1980 è stato istituito un secondo ramo del Parlamento, il Consiglio consultivo, di 210 membri, per due terzi eletti e per il rimanente nominati dal presidente.

L'unità monetaria è la lira egiziana.

La capitale è Il Cairo (7.630.000 ab.; 10.834.000 ab. l'agglomerato urbano).

IL TERRITORIO

Il territorio egiziano è occupato per oltre il 96% dal deserto; la valle e il delta del Nilo sono le uniche zone abitate e coltivate.

A oriente del fiume il paesaggio del Deserto Arabico viene movimentato dalla catena dei Monti Atbai (massima vetta è il Gebel Shaiyb, 2.187 m) che digrada procedendo verso Ovest e si prolunga nella penisola del Sinai, anch'essa desertica e prevalentemente montuosa.

A Ovest del Nilo si apre l'immensa distesa del Deserto Libico, piatto e pietroso, caratterizzato da dune e intervallato da alcune grandi oasi abitate.

Il corso del Nilo, unico e imponente fiume del Paese (la sua lunghezza totale è di 6.671 km, di cui 1.500 circa scorrono in Egitto) rappresenta da secoli il fattore determinante della vita nazionale.

Navigabile per lunghi tratti, esso attraversa il territorio da Sud a Nord, in una valle non più ampia di 10 km, sfociando nel Mediterraneo con un ampio delta a triangolo.

Le sue periodiche piene (da maggio a ottobre) depositano sul terreno uno strato di fanghiglia, il limo, che funge da fertilizzante (la sua efficacia è oggi tuttavia limitata dal filtraggio operato dalle dighe).

Inoltre un'intensa opera di canalizzazione e la costruzione di numerose dighe (la maggiore, quella di Assuan, eleva il livello delle acque di 60 m e origina l'ampio Lago Nasser, un bacino artificiale) ha strappato nuove terre al deserto.

La costa mediterranea è in genere alta, tranne che in corrispondenza del delta, ove i detriti trasportati dal Nilo hanno provocato la formazione di una costa sabbiosa, orlata di lagune;

inoltre alla foce dei rami maggiori del Nilo si sono create le baie di Rashid (Rosetta), a Ovest, e di Dumyat (Damietta), a Est. Il canale di Suez separa questa zona dalla penisola del Sinai e collega il Mediterraneo al Mar Rosso.

Le coste del Mar Rosso sono in parte basse e sabbiose e in parte alte e rocciose;

esse sono fronteggiate da formazioni coralline che ostacolano la navigazione.

Il clima dell'Egitto, generalmente caldo e arido, varia a seconda della distanza dal mare e dal Nilo;

sul litorale la temperatura è mitigata, mentre all'interno e nelle zone desertiche raggiunge i 50 gradi all'ombra con fortissime escursioni termiche fra il giorno e la notte.

L'umidità atmosferica è notevole presso il Nilo, tuttavia le precipitazioni sono scarsissime tranne che nella penisola del Sinai.

Importante è l'azione del vento che, oltre a modellare i rilievi, provoca tempeste di sabbia che si elevano fino a 2.000 m di altezza e ricadono poi, conferendo al paesaggio la tipica patina polverosa e rosata.

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Cartina dell'Egitto

Cartina dell'Egitto

Case in terra cruda nell'oasi di Fayyum, in Egitto

Case in terra cruda nell'oasi di Fayyum, in Egitto

Immagini del Nilo e della piramide di Cheope

Immagini del Nilo e della piramide di Cheope (versione inglese)

Veduta del recinto sacro della dea Hathor a Dendera con sovrapposizione virtuale dello stato attuale dell'area

Veduta della ricostruzione del villaggio e del tempio di Hathor, a Dendera, sovrapposta all'immagine dello stato attuale dell'area

Foto dell'Egitto

Mappa dell'Egitto che mostra le principali città, parti dei paesi circostanti e il Mediterraneo e il Mar Rosso

Mappa dell'Egitto

L'ECONOMIA

Gran parte del territorio egiziano è ricoperto dal deserto e il forte contrasto tra l'alta densità della popolazione e la scarsità della superficie utilizzabile ha causato un notevole numero di problemi economici che sono stati in parte risolti grazie alla scoperta, relativamente recente, di giacimenti minerari.

Si è cercato di migliorare le condizioni della popolazione mediante un programma chiamato "socialismo arabo" che prevede l'intervento statale nell'organizzazione agricola ed economica del Paese con la partecipazione di capitale pubblico.

Le terre coltivabili sono piuttosto limitate e localizzate prevalentemente lungo il Nilo dal quale dipendono per l'irrigazione, ma sono in costante diminuzione poiché si tende a concentrare l'urbanizzazione sulle rive del fiume.

Le principali colture destinate all'esportazione sono il cotone, di ottima qualità, rinomato in tutto il mondo, e il riso; entrambi vengono coltivati nei pressi del delta del Nilo e nel Medio Egitto.

Indirizzate al consumo interno sono invece le produzioni di canna da zucchero, coltivata nell'Alto Egitto, cereali (grano, granturco e miglio), colture oleifere quali lino, sesamo, olivo, arachide, oltre a frutta e ortaggi.

La costruzione della diga di Assuan ha permesso di ampliare le aree agricole e di controllare meglio le piene del Nilo, distribuendo l'acqua anche in estate, quando il fiume è in magra, e permettendo così di ottenere fino a tre raccolti l'anno.

Tuttavia sono sorte gravi difficoltà poiché la diga trattiene il limo alterando così l'equilibrio ecologico del fiume.

L'allevamento è molto poco sviluppato a causa della scarsità di aree di pascolo e riguarda prevalentemente bovini, bufali e ovini; poco rilevante è anche la pesca.

Nell'industria sono importanti i settori tessile, con grandi produzioni di filati e tessuti di cotone, chimico, della trasformazione alimentare e, di più recente sviluppo, siderurgico, metallurgico e petrolchimico.

L'industria del turismo è voce di grande importanza nella bilancia economica, grazie alle bellezze naturali e ai numerosi tesori dell'antico Egitto:

oltre alla capitale, le mete più importanti sono le zone archeologiche lungo il Nilo (Abu Simbel, Luxor, Tebe, Menfi, El-Giza) e le località balneari (Hurghada, Sharm el-Sheikh).

La produzione mineraria è alla base dell'economia del Paese; la principale risorsa è il petrolio, con i giacimenti del Sinai e del Golfo di Suez.

Oltre al gas naturale si estraggono fosfati, manganese, ferro e sale.

La diga di Assuan, costruita nel 1960 sull'Alto Nilo, contribuisce a coprire buona parte del fabbisogno elettrico egiziano.

Le esportazioni riguardano principalmente cotone, riso, cipolle, petrolio e frutta.

La rete di comunicazione su terra, inizialmente carente, ha subito un notevole miglioramento, con gli attuali 64.000 km di strade (di cui 45.000 asfaltati) e 5.145 km di ferrovia (di cui elettrificata 65 km);

di spicco è poi la navigabilità del Nilo e dei suoi canali.

Il Canale di Suez, riaperto nel 1975 dopo una chiusura durata 9 anni, contribuisce con il pedaggio al saldo attivo della bilancia dei servizi (nel 2004 vi sono transitate 16.900 navi).

I maggiori porti commerciali sono Alessandria e Porto Said sul Mar Mediterraneo, Suez sul Mar Rosso, Damietta, alla foce del Nilo.

Gli aeroporti più importanti sono Alessandria, Il Cairo/Heliopolis, Assuan, Luxor, Abu Simbel.

CENNI STORICI

Più di 5.000 anni fa si sviluppò nella valle del Nilo una grande civiltà che si organizzò nel quadro di un forte Stato centralizzato e teocratico.

L'Impero egizio elaborò una cultura che fu all'origine della civiltà chiamata "occidentale", costruì le piramidi (attorno al 2500 a.C.), riuscì a nutrire una popolazione molto numerosa in un territorio piuttosto ridotto e fu un centro molto attivo di relazioni economiche, diplomatiche e culturali.

La decadenza di questa civiltà nel 1000 a.C. comportò l'elezione di faraoni stranieri, in particolare libici e sudanesi, e la successiva integrazione con altri Imperi (assiro, persiano, greco e romano).

Durante il periodo greco-romano, Alessandria fu uno dei centri culturali di maggior influenza del mondo classico e la sua famosa biblioteca riunì i più importanti filosofi, scienziati e letterati dell'epoca.

Nell'anno 642 d.C. gli Arabi conquistarono l'Egitto e il Paese adottò la religione musulmana e la lingua araba.

Tre secoli dopo la nuova capitale, Il Cairo, divenne uno dei centri intellettuali più brillanti del mondo islamico, mentre tra i secoli X e XV divenne centro di commercio fra l'Asia e l'area mediterranea, in particolare con Venezia e Genova.

All'inizio del XVI secolo, una volta espulsi i crociati, conquistò l'Egitto una nuova potenza emergente del mondo islamico, il sultanato dei Turchi ottomani.

L'inizio dell'utilizzo della rotta navale tra l'Europa e l'Estremo Oriente attraverso il Capo di Buona Speranza incrinò il monopolio che l'Egitto aveva grazie al suo dominio sul Mar Rosso e diede il via alla sua decadenza economica.

Nel 1805 assunse il potere Mehmet Ali, un capo militare albanese, che eliminò con mezzi drastici i Mamelucchi, che avevano regnato fino ad allora.

La dipendenza nei confronti dell'Europa aumentò al punto che, nel 1874, per pagare i debiti, si dovettero vendere alla Gran Bretagna tutte le azioni del Canale di Suez, costruito fra il 1860 ed il 1870 in società con la Francia.

Nel 1879 le grandi potenze imposero la creazione di una Cassa del Debito Pubblico diretta da un triunvirato egizio-franco-inglese che assunse l'amministrazione delle finanze del Paese.

L'ingerenza risvegliò una reazione nazionalista, appoggiata dall'esercito, che quello stesso anno rovesciò il kedive Ismail e obbligò il figlio Tawfiq a espellere i ministri stranieri e a nominare un Governo nazionalista.

Ma già nel 1882 truppe inglesi occuparono militarmente il Paese.

L'occupazione, ufficializzata nel 1914 con la dichiarazione di protettorato, durò fino al 1922 quando il Paese ottenne l'indipendenza.

Questa però rappresentò inizialmente solo una diversa forma dello stesso protettorato.

Durante il secondo conflitto mondiale, l'Egitto venne utilizzato come base militare britannica.

Il sentimento anticolonialista era al suo culmine quando nel 1948 fu creato lo Stato di Israele.

L'Egitto e altri Paesi arabi cominciarono la guerra contro questo nuovo Stato. In conseguenza della loro sconfitta si svolsero grandi manifestazioni popolari contro la monarchia. Nell'esercito si costituì un gruppo nazionalista chiamato degli Ufficiali Liberi, comandato dal generale Mohamed Naguib e dal colonnello Gamal Abdel Nasser. Nel luglio 1952 il gruppo sconfisse re Faruk e nel 1953 proclamò la Repubblica. Tre anni più tardi Nasser divenne presidente del Paese. Il nuovo regime si proclamò nazionalista e socialista. Venne iniziata la riforma agraria che limitò il potere dei grandi proprietari agricoli. Nel suo programma di riforme, il Governo dette priorità alla costruzione della diga di Assuan, una delle più grandi del mondo. Nell'ottobre del 1956, dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez, truppe francesi, inglesi e israeliane invasero l'Egitto. Il Governo distribuì armi al popolo. A livello diplomatico, l'intervento dell'ONU e il veto di Sovietici e Nordamericani obbligarono gli invasori a ritirarsi e il Canale divenne da quel momento di proprietà egiziana. Nel febbraio 1958 venne annunciata l'unione fra Egitto e Siria con il nome di Repubblica Araba Unita (RAU), che durò fino al 1961, quando la Siria decise di separarsi. Dopo la rielezione di Nasser nel 1965, il Paese cercò di contrastare la potenza di Israele con lo strangolamento economico per mezzo del blocco del Golfo di Acaba, che fallì durante il conflitto arabo-israeliano (la "Guerra dei Sei Giorni") del giugno 1967. La nuova sconfitta dei Paesi arabi significò l'occupazione israeliana della penisola del Sinai, la striscia di Gaza, la Cisgiordania e il Golan siriano. I costi della guerra aggravarono la situazione economica dell'Egitto e solo l'aiuto dell'URSS impedì che si arrivasse al collasso.

Nasser morì nel 1970. Gli succedette il vicepresidente Anwar al-Sadat, appoggiato dalla destra del Partito socialista. Sadat realizzò una politica d'apertura verso l'Occidente (infitah) e di destatalizzazione dell'economia. Il nuovo Governo interruppe le relazioni con l'URSS e cominciò a ricevere aiuti economici e militari dagli USA. Nel 1973 cominciò la quarta guerra arabo-israeliana, ma il ritiro di Israele dai territori occupati non si verificò. La guerra, per quanto breve, fece aumentare il prezzo del petrolio, con gravi ripercussioni su tutto il contesto internazionale. Contemporaneamente, aumentarono per gli Egiziani il costo della vita e di conseguenza la disoccupazione. Tra il 1976 e 1977 si tennero molte manifestazioni contro il Governo. I partiti islamici si schierarono apertamente contro Sadat, accusato di facilitare una nuova dominazione straniera. Nel 1977 Sadat si recò in Israele, suscitando le proteste di tutto il mondo arabo. Il processo di avvicinamento a Israele culminò nel 1979 con la firma degli accordi di Camp David, per mezzo dei quali, grazie all'intermediazione operata dagli USA, fu sancita la restituzione del Sinai all'Egitto. A partire da quel momento, l'Egitto, che era stato espulso dalla Lega araba, divenne il principale beneficiario dell'aiuto militare nordamericano. Nel 1981 Sadat fu ucciso in un attentato organizzato da militari contrari alla infitah e alla repressione dei movimenti islamici fondamentalisti. Il vicepresidente Hosni Mubarak, uscito illeso dal medesimo attentato, assunse allora la presidenza. Per attenuare il malcontento popolare, Mubarak iniziò un'investigazione sull'origine delle ricchezze dei familiari di Sadat. Allo stesso tempo aumentò le facilitazioni a favore delle imprese straniere. Nel 1985 la crisi economica si aggravò a causa della diminuzione delle entrare derivanti dal petrolio, dalle rimesse degli emigranti, dal canale di Suez e dal turismo; mentre i fondamentalisti islamici aumentavano la loro popolarità a discapito di quella del Governo. Intanto, tra il 1980 e il 1986, la partecipazione di capitali stranieri nell'economia del Paese aveva registrato una notevole crescita: solo da parte degli Stati Uniti, il Governo ricevette ogni anno 3.000 milioni di dollari. Il debito estero passò così dai 2.400 milioni di dollari del 1970 ai 35.000 milioni del 1986. Inevitabilmente il debito militare e le perdite di guerra pregiudicarono lo sviluppo dell'economia. Nelle elezioni anticipate del 1987, il Partito democratico nazionale (NDP) ottenne il primo posto, con il 75% dei voti.

Nel 1989 Mubarak propose il dialogo israelo-palestinese e nello stesso anno si riannodarono le relazioni con la Libia. Nell'agosto del 1990, di fronte all'invasione irachena del Kuwait, l'Egitto condannò duramente tale azione e inviò truppe militari nel Golfo Persico. Nel gennaio del 1991, all'inizio dell'offensiva di terra, gli USA annunciarono il condono del debito militare egiziano, per un valore di 7.000 milioni di dollari. Nel 1991, il FMI approvò la concessione all'Egitto di un prestito di 372 milioni di dollari, con la condizione di un aggiustamento dell'economia: il Governo si impegnò a privatizzare le imprese, a eliminare i controlli della produzione e degli investimenti, a ridurre il deficit fiscale. Per raggiungere questo obiettivo il Governo decise di tagliare i sussidi alimentari e altri servizi di prima necessità, riducendo anche il programma di assistenza ai poveri. Il 15 maggio 1991, il cancelliere e vice primo ministro Esmat Abdel Meguid fu nominato nuovo segretario generale della Lega araba (alla quale il Paese era stato riammesso nel 1989). Con questa nomina l'Egitto riuscì a recuperare un ruolo politico da protagonista nel mondo arabo. A partire dallo stesso anno s'intensificarono anche i violenti attacchi dei movimenti fondamentalisti islamici, che miravano alla trasformazione dell'Egitto in Stato teocratico. In relazione a questo, lo stato d'emergenza vigente già da dieci anni fu ampliato e prorogato per altri tre. La crisi socio-economica si aggravò nel 1992 a causa di un terremoto che provocò 350 morti e circa 4.000 feriti. Tra l'inizio del 1992 e l'estate del 1993 gli attacchi terroristici causarono 175 vittime. Lo Stato arrestò migliaia di simpatizzanti e membri di gruppi islamici. In base alla legge anti-terrorismo, quindici persone furono giustiziate. Nel 1993, dopo essere stato rieletto, Mubarak proseguì con la sua politica di durezza contro gli islamici. Ciononostante gli attentati, in particolare contro turisti stranieri, si moltiplicarono nel 1994.

Visto l'intensificarsi del conflitto sociale, il presidente creò un comitato incaricato di organizzare il dialogo politico tra il Governo e l'opposizione, escludendo tuttavia dallo stesso i comunisti, i musulmani e i gruppi rappresentativi della minoranza copta. Sul piano internazionale, l'Egitto recuperò il protagonismo nei negoziati di pace per il Medio Oriente. Nel febbraio del 1995, Il Cairo fu sede di una conferenza al vertice con i leader di Egitto, Giordania, Israele e Palestina. Nello stesso anno, il Partito democratico nazionale al potere vinse le elezioni parlamentari, alle quali parteciparono tutti i partiti riconosciuti dal Governo. Le elezioni si svolsero in un clima di violenza e furono denunciati molti brogli. Gli attentati dei gruppi armati islamici proseguirono durante il 1996 e il 1997, così come la repressione del Governo contro tutti i gruppi integralisti, incluso quelli contrari all'uso della violenza, come i Fratelli Musulmani. Nel 1998 la paralisi nel processo di pace in Palestina causò un raffreddamento dei rapporti tra Egitto e Israele. Le elezioni del 1999 confermarono per il quarto mandato consecutivo, con il 94% dei voti, il presidente Mubarak, la cui formazione politica, il Partito democratico nazionale, nelle elezioni legislative dell'ottobre-novembre 2000 ottenne una vittoria scontata (anche se per la prima volta dall'instaurazione del regime nel 1952, la formazione al Governo non raggiunse la maggioranza assoluta). All'inizio del 2000 Giovanni Paolo II, in visita a Il Cairo, incontrò il presidente Mubarak e il patriarca copto Shenuda III. Un mese prima, 20 cristiani copti erano rimasti uccisi a Kusheh, nel Sud del paese, nel corso di scontri con estremisti islamici. Pochi mesi dopo, il Governo decise l'amnistia per 500 prigionieri, membri di vari gruppi islamici, in carcere per crimini non gravi o perché sospettati di far parte della guerriglia. L'elezione di Ariel Sharon a primo ministro dello Stato di Israele (febbraio 2001), seguita allo scoppio della seconda Intifada (settembre 2000), ridussero di molto la possibilità per Il Cairo di influire incisivamente sui negoziati in Medio Oriente. Il 25 febbraio 2001 si aprì invece al Cairo il vertice degli otto Paesi del cosiddetto D-8 (che riuniva otto Nazioni con una popolazione totale di 800 milioni di persone, ma detentrici di solo il 4% dell'interscambio commerciale mondiale): oltre all'Egitto, ai lavori presero parte Nigeria, Turchia, Indonesia, Pakistan, Bangladesh Iran e Malaysia. Dopo l'attacco alle Torri gemelle di New York e al Pentagono(11 settembre), l'Egitto si trovò sottoposto a una doppia pressione: da una parte quella degli Stati Uniti, che cercavano l'appoggio del Cairo e dei Paesi arabi moderati per la campagna antiterrorismo contro l'Afghanistan (lo Stato accusato da Washington di essere la base logistica di al-Qaeda, l'organizzazione responsabile dell'attacco agli USA); dall'altra, quella, di segno contrario, esercitata dalle masse islamiche e dalla piazza antiamericana. Nell'ottobre 2004, un attentato rivolto contro turisti israeliani nella penisola del Sinai, causò la morte di 34 persone. Il mese successivo, Il Cairo ospitò i funerali del leader palestinese Yasser Arafat. Il presidente Mubarak, intanto, per venire incontro alle richieste di democratizzazione avanzate dagli Stati Uniti e dall'opposizione interna, appoggiò un referendum costituzionale (approvato con larga maggioranza nel maggio 2005) attraverso cui s'introduceva, per le successive elezioni presidenziali, il sistema del suffragio diretto e la possbilità di scelta tra diversi candidati (fino ad allora gli Egiziani potevano solamente ratificare o rifiutare, tramite referendum, il singolo candidato indicato dal Parlamento). Le prime elezioni presidenziali pluraliste della storia dell'Egitto (settembre 2005) decretarono la quinta vittoria consecutiva di Mubarak, che ottenne l'88% delle preferenze, complice anche un tasso di partecipazione bassissimo (23%). Nel dicembre successivo si svolsero le consultazioni legislative: il Partito democratico nazionale ed i suoi alleati mantennero la maggioranza assoluta in Parlamento, tuttavia il dato più rilevante fu che esponenti dell'organizzazione religiosa dei Fratelli Musulmani, eletti come indipendenti (poiché non riconosciuti a livello politico), ottennero il 20% dei seggi. Ai tenui segnali di una dialettica politico-sociale, continuavano però a contrapporsi tragedie e azioni violente: nel luglio 2005, lo scoppio di tre autobombe nella località turistica di Sharm el-Sheik aveva causato la morte di circa 90 persone e il ferimento di almeno 150, creando altresì il panico nel settore del turismo locale; nel febbraio 2006 l'affondamento accidentale, nel Mar Rosso, di un traghetto egiziano costò la vita a circa 1.000 dei 1.400 passeggeri a bordo; nell'aprile 2006, infine, tre kamikaze si fecero esplodere a Dahab, uccidendo 22 persone e ferendone altre 87.

Egitto in Africa

Mappa dell'Egitto in Africa

IL CANALE DI SUEZ

Il canale, che prende il nome dalla città presso cui sbocca, è una stretta via d'acqua artificiale che mette in comunicazione il Mediterraneo orientale con il Mar Rosso, attraversando l'Istmo di Suez, la lingua di terra che collega l'Africa all'Asia. È lungo 169 km (da Porto Said a Suez) ed ha una larghezza in superficie tra i 70 e i 125 m, con una profondità di 11-12 metri. Un'imponente flotta di draghe e idrovore è continuamente in funzione per mantenere il Canale in efficienza. L'idea di aprire una via navigabile attraverso l'Istmo risale al 600 a.C., ma la sua attuazione concreta non si ebbe che nel 1869 su progetto dell'italiano L. Negrelli e realizzazione di F. de Lesseps. Lo statuto del Canale, inaugurato nel 1869, fu sancito dalla Convenzione di Costantinopoli nel 1888 che stabiliva che esso dovesse restare aperto in guerra e in pace alle navi militari e mercantili di ogni Paese. Ma a poco a poco, specialmente dopo il trattato anglo-egiziano nel 1936, si rafforzò la posizione inglese, poi rovesciata con l'avvento al potere di Nasser. Si apriva allora una crisi per il Canale, non solo tra Egitto e Gran Bretagna, ma anche tra Egitto e Francia, e nella disputa si inseriva inoltre il radicale contrasto con Israele, escluso dagli Egiziani dall'uso dello stesso. Nel 1956 si giunse all'intervento armato anglo-franco-israeliano contro l'Egitto, fermato dalla risoluzione dell'Onu. Seguiva un accordo tra Egitto, Francia a Gran Bretagna, col riconoscimento della nazionalizzazione egiziana del Canale e un indennizzo alla Compagnia Universale che lo gestiva. Il Canale, chiuso al traffico internazionale durante il conflitto arabo-israeliano (1967), venne riaperto, dopo una serie di operazioni di sminamento, sgombero e dragaggio svoltesi nel 1974, dall'allora presidente egiziano Anwar al-Sadat il 5 giugno 1975.

I TESORI DELLA NATURA

L'Egitto è un paese ricco di tesori naturali. Per esempio nel Parco nazionale Ras Muhammad, che si sviluppa dalla punta estrema del Sinai fino alle acque ricche di coralli del golfo di Aqaba. La zona di terraferma dell'area protetta è occupata da grandi dune di sabbia, tra le quali emergono rocce piene di fossili marini, un grande reef con le forme dei coralli di migliaia di anni fa; quelli vivi stanno nella riserva marina del parco, raggiungibili con le attrezzature da sub fornite dagli innumerevoli diving centre che presidiano la costa. Nabq e Abu Galum sono altre due aree protette lungo la sponda del golfo di Aqaba, che si sviluppano verso l'interno nella valle scavata dallo uadi Kid: tra un paesaggio roccioso di grande bellezza si trovano i palmeti dell'oasi di Ayn Kid e altre zone fertili per l'abbondanza delle acque sorgive, popolate dall'ibis nubiana, dalle volpi rosse e da diverse specie di uccelli, come il falco pescatore e la cicogna. Chi è in vacanza a Sharm esh-Shaykh compie l'escursione al monastero di Santa Caterina, all'interno di un'area protetta dove non è difficile incontrare qualche branco di gazzelle. Per gli amanti del birdwatching ci sono i laghi e le lagune costiere del delta e le aree di passo dichiarate protette del lago Arun, vicino all'oasi di el-Fayyum, e del lago Bardawil sulla sponda mediterranea del Sinai.

IL SINAI

Penisola (58.824 kmq; 245.000 ab.) dell'Egitto bagnata dal Mediterraneo e dai golfi di Suez e di Aqaba (Mar Rosso). La parte centrale della penisola è costituita dall'altopiano sabbioso di Al-Tih, che una depressione separa dal massiccio cristallino culminante nel Gebel Katherina (2.637 m) e comprendente anche molte altre vette al di sopra dei 2.000 m. La parte meridionale del territorio è anche la più piovosa e la più ricca di corsi d'acqua. Il clima è assai arido e il paesaggio desertico e stepposo; solo in corrispondenza dei rilievi meridionali le piogge raggiungono valori sufficienti a permettere una agricoltura povera (orzo) e la vita di alcune oasi: qui sono stanziate alcune tribù di beduini. Nel corso del conflitto arabo-israeliano del 1948 e del 1956, il Sinai venne per un breve periodo invaso dalle forze israeliane che, nel 1967, riuscirono a occuparlo in modo stabile. Dopo un ritiro parziale nel 1973, l'esercito di Tel Aviv lasciò definitivamente il territorio nel 1981, in seguito alla firma del trattato di pace tra Egitto e Israele discusso durante gli accordi di Camp David (1979). Negli accordi era previsto il ritiro totale dell'esercito di occupazione israeliano. Lo sgombero è avvenuto in due fasi: la prima è stata attuata tra il maggio del 1979 e il gennaio del 1980, mentre la seconda si è conclusa nell'aprile del 1982.

L'OASI DI FAYYUM

Sembra davvero un mondo a parte il Fayyum, sorta di grande oasi coltivata, decantata da Erodoto per la fertilità del suolo e la mitezza del clima. In realtà si tratta di una vasta depressione, collegata alla valle del Nilo da uno dei suoi affluenti, il bahr Yusuf. In origine la regione era occupava quasi per intero da un lago, che si trovava a 22 metri sotto il livello del mare; con le opere di canalizzazione iniziate nel Medio Regno il lago cessò di essere alimentato dal Nilo e progressivamente si ritirò, scoprendo a Sud-Est una fascia di terreno fertile, che assunse un aspetto a terrazzi. Per i re dell'Antico Regno il Fayyum era una zona di pesca e caccia, ma il suo potenziale di riserva naturale, in comunicazione con la valle del Nilo attraverso il bahr Yusuf, indusse le amministrazioni a erigere fin dall'antichità opere di protezione dei primi terrazzi. Oggi il Fayyum si presenta con fertili campi circondati da palme, villaggi agricoli, montagne e suggestive rovine. Attorno, la sabbia e le pietre del deserto Occidentale. Numerosi i siti archeologici, soprattutto di epoca tolemaica e romana.

LA VALLE DEI RE

Necropoli regale dell'antica Tebe, sulla riva sinistra del Nilo; contiene una sessantina di tombe di sovrani delle dinastie XVIII-XX. Le più grandiose e decorate sono quelle di Seti I, Tutmosi III, Tutankhamon. Vi si trovano anche tombe di alti dignitari di corte. Le tombe presentano una disposizione generale ricorrente: una porta tagliata verticalmente nella roccia, un lungo corridoio diviso in sezioni che vanno progressivamente restringendosi, nicchie e cappelle laterali e una serie più o meno numerosa di ambienti di ampiezza diversa, con soffitti retti da pilastri. Alle pareti, decorazioni incise e dipinte, con geroglifici e figure spesso misteriose e inquietanti. Quasi al fondo alla camera principale, si trova l'enorme sarcofago in pietra dove veniva deposta la mummia del re. La prima tomba a esservi costruita fu quella di Thutmosi I, la cui tipologia venne poi adottata dai faraoni successivi. La prima tomba scoperta in epoca moderna fu quella di Amenofi III, in occasione della spedizione napoleonica e da allora vennero via via ritrovate tutte le altre. Nel 1922 Howard Carter trovò la tomba di Tutankhamon: un ritrovamento eccezionale perché la tomba, miracolosamente inviolata, conservava intatto il suo tesoro. Fatto più unico che raro, visto che le violazioni della necropoli reale iniziarono già in epoca faraonica.

IL TESORO DI TUTANKHAMON

Fiore all'occhiello del Museo Egizio del Cairo è la collezione, unica al mondo, del corredo funebre di Tutankhamon, faraone della XVIII dinastia, morto diciottenne attorno al 1349 a.C., dopo solo nove anni di regno. La tomba, scoperta nel 1922 dall'archeologo inglese Howard Carter nella necropoli tebana della Valle dei Re, ha restituito un tesoro d'inestimabile valore, miracolosamente scampato alle profanazioni. Salvo la vasca in calcare cristallino - il più grande tra i sarcofagi antropoidi conosciuti - rimasta nella tomba del faraone e pochi pezzo conservati nel Museo di Luxor, l'intero corredo funerario è esposto in 12 sale, per un totale di 2099 oggetti, tutti di grande pregio. Tra gli oggetti più preziosi del tesoro, i gioielli che ornavano la mummia e due dei tre sarcofagi antropoidi: il secondo, in legno dorato incrostato d pasta vitrea, e il terzo, in oro massiccio scolpito, inciso e ornato di pietre dure. Di grande richiamo è la celebre maschera funeraria di Tutankhamon, in oro massiccio, incrostata di lapislazzuli, quarzi e pasta di vetro blu. Spiccano nelle gallerie 7 e 8 i quattro grandi catafalchi in legno dorato, ornati con incisioni destinate ad allontanare spiriti maligni, inseriti uno nell'altro intorno e sopra la vasca calcarea, e i due carri con ricche decorazioni. Tra i reperti esposti, quattro letti funerari in legno scolpito, uno dei quali coperto da una spessa lamina d'oro, modelli di barche rituali, che rappresentano il viaggio dell'anima nell'Aldilà, vasi per unguenti in alabastro finemente incisi, insegne che rappresentano i serpenti sacri, tavolette degli scribi, una collezione di usciabiti regali e una di archi, con i relativi foderi dipinti. Una piccola teca accoglie un ritratto infantile del faraone che emerge da un fiore di loto, simbolo di risurrezione. Splendida anche la serie di cofani e cofanetti, di cui uno, in ebano e avorio colorato, è ornato di geroglifici; famosi anche quello, incrostato d'avorio, colorato e scolpito, che sul coperchio raffigura la regina mentre porge fiori al suo sposo.

LA STELE DI ROSETTA

Se non fosse stato per la pazienza e la tenacia dell'egittologo francese Jean François Champollion, chissà quanto ancora si sarebbe aspettato prima dell'interpretazione dell'antico egizio. Una lingua misteriosa da almeno mille anni, visto che già nel V sec. non si riuscivano più a leggere quei segni. E fu proprio una sorta di "cruciverba che procede a incastri" il metodo usato per arrivare, il 27 settembre 1822, alla sua interpretazione. Erano oltre 20 anni che la stele aveva fatto la sua comparsa a Rosetta, e non c'era voluto molto tempo per scoprire di che cosa trattava il testo scritto in greco: era un decreto sacerdotale per il culto di Tolomeo V Epifane, steso nel 196 a.C. Avvolti nel mistero erano invece i contenuti dei testi in geroglifico e in demotico. Ed è qui che entra in gioco lo Champollion, forte da un lato di studi linguistici assai accurati e dall'altro di quanto nel passato era stato teorizzato per cercare di interpretare l'antico egizio. Proprio sulla scia di un'osservazione di Athanasius Kirchner, sostenitore che il copto era la lingua parlata dagli antichi abitanti della terra dei faraoni, il francese si era messo a studiare quell'idioma dai caratteri simili al greco. Grazie a questo, giunse a individuare il numero preciso di segni geroglifici, demotici e greci sulla stele di Rosetta, scoprendo che le scritture egizie non "funzionavano" per ideogrammi o per segni alfabetici, ma per simboli fonetici. Confrontando poi la stele stessa con un obelisco di File, scoprì segni uguali nei nomi Tolomeo e Cleopatra. La stessa cosa successe nella pietra di Rosetta: la lingua dei faraoni non fu più un mistero.

LE CITTÀ

Il Cairo

(6.800.992 ab.). Capitale dell'Egitto, formante con il suo territorio (214 kmq) il governatorato omonimo, è situata sulla riva destra del Nilo, una ventina di km a Sud della punta del delta. A causa dell'elevato numero di abitanti, è la più importante città del mondo arabo e dell'intera Africa, formante una divisione amministrativa autonoma. La zona è particolarmente favorevole all'insediamento urbano, situata com'è al limite tra l'Alto e il Basso Egitto. Agevoli sia verso il mare sia verso l'interno del Paese le comunicazioni stradali, fluviali e ferroviarie: ben quattro gli aeroporti, dei quali due di carattere internazionale. Notevole l'attività industriale del Cairo che possiede stabilimenti tessili, meccanici, chimici, manifatture di tabacco, impianti siderurgici. Come centro culturale e intellettuale, Il Cairo vanta la moschea-università di el-Azhar, fondata mille anni fa e che attualmente ospita circa 20 mila studenti, l'università statale e quella americana nonché numerosi musei: di maggiore importanza, il Museo Egiziano, con numerosissimi reperti archeologici. Attraggono l'attenzione soprattutto le tante moschee, spesso ornate con mosaici policromi e con splendidi marmi. Il nucleo della cosiddetta Cairo Vecchia conserva tuttora l'antico Forte della Candela. Tipiche dell'età dei Mamelucchi (XIII-XVI sec.) sono le tombe e le "madrasat", adibite quest'ultime all'istruzione, mentre la dominazione degli Ottomani (XVI-XVIII sec.) arricchì la città di cupole e di fontane. Nei dintorni del Cairo si trovano le celeberrime piramidi e la necropoli di El Giza. La città sorse per iniziativa di Gawhar, generale del califfato fatimita al-Muizz: conquistato l'Egitto nel nome del suo sovrano, l'ambizioso generale pensò di edificare una città che potesse rivaleggiare con Baghdad, capitale dei territori soggetti agli Abbasidi. La nuova città conobbe un periodo di grande splendore sotto i Mamelucchi, che vi eressero grandiosi monumenti: ma la conquista turca (1517) rallentò non poco il fervore costruttivo. Nel 1798 vi si insediò per tre anni l'esercito francese di Bonaparte. I primi edifici europei vi sorsero sotto il lungo regno di Ismail, che vide anche l'occupazione del Cairo da parte delle truppe inglesi: l'evacuazione di tali truppe avvenne solo nel 1946. Dalla fine della seconda guerra mondiale la città subì un progressivo accrescimento che la trasformò in una delle più affollate megalopoli del terzo mondo. Dopo l'avvento, nel 1956, del regime nasseriano, la città divenne il centro principale del panarabismo e fu sede di numerosi convegni di Paesi Arabi.

Alessandria d'Egitto

(3.339.000 ab.). Città dell'Egitto, formante con il suo territorio (2.679 kmq) il governatorato omonimo; è il maggiore porto del Mediterraneo orientale, situato nella regione deltizia, tra il mare e il Maryu (lago costiero). Notevolissimo centro commerciale, è anche sede di industrie chimiche, alimentari, meccaniche e cantieristiche. Importante la sua università. L'antico nucleo greco-romano è andato quasi completamente distrutto: resta solo la colonna di Pompeo. Anche delle dominazioni bizantina e araba non rimangono grandi monumenti; restano invece numerose moschee costruite dopo la conquista turca. La città fu fondata da Alessandro Magno nel 332-331 a.C., subito dopo la conquista dell'Egitto. Con i primi Lagidi (Tolomeo I e II) Alessandria d'Egitto cominciò ad assumere importanza economica ed artistica. Passata con Augusto a far parte dell'Impero romano, fu sede del governatore della provincia imperiale d'Egitto. In seguito la città decadde progressivamente diventando un centro secondario. La decadenza si accentuò sotto i Mamelucchi e i Turchi, che usarono le rovine dei monumenti antichi come materiale da costruzione per le moschee di Costantinopoli. Nel 1801, con la battaglia nella penisola di Canopo, presso la città si concludeva la spedizione francese d'Egitto. Alessandria ricevette un nuovo impulso dal Governo di Mehmet Ali e la ripresa della città continuò gradualmente per tutto il XIX secolo. Nel 1882, durante la rivolta nazionalista di 'Orabi pascià, gli Inglesi bombardarono Alessandria d'Egitto causando gravissimi danni. Nel XX secolo lo sviluppo di traffici, l'incremento demografico e urbanistico, e l'importanza militare e civile del porto, hanno dato alla città un'impronta internazionale.

Ricostruzione del faro di Alessandria d'Egitto

El Giza

(2.144.000 ab.). Città dell'Egitto, capoluogo dell'omonimo governatorato (85.153 kmq; 4.784.200 ab.), posta tra la valle del Nilo e il deserto libico. Sorge sulla riva sinistra del Nilo in corrispondenza del Cairo con cui forma un'unica area urbana, separata soltanto dal corso del fiume. Città di industrie agricole, è legata soprattutto alle colture di mais, cotone e canna. A 8 km di distanza si trovano le famose piramidi della Valle del Nilo. La città possiede un Museo di antichità.

Ricostruzione virtuale della necropoli di El Giza

Porto Said

(478.300 ab.). Città dell'Egitto posta sulla sinistra dell'imboccatura settentrionale del Canale di Suez, formante con il suo territorio (72 kmq) il governatorato omonimo. È il secondo porto egiziano dopo Alessandria, centro di smistamento di merci dirette nei Paesi del Medio Oriente e di rifornimento delle navi che percorrono il Canale. È inoltre capolinea di importanti linee ferroviarie che raggiungono Il Cairo e il delta del Nilo. È sede di industrie chimiche, tessili, molitorie e del tabacco. Città cosmopolita, crebbe durante i lavori di apertura della via d'acqua.

Suez

(417.500 ab.). Città dell'Egitto, costituente con il suo territorio (17.840 kmq) l'omonimo governatorato. Sorge nel punto più interno del golfo omonimo, rappresentato dal braccio nord-occidentale del Mar Rosso. Piccolo villaggio arabo prima della costruzione del Canale, è ora una città dall'aspetto occidentale e un grande centro commerciale, industriale e petrolifero. Solo la città vecchia, con il bazar e le sette moschee, conserva le originarie caratteristiche orientali.

PICCOLO LESSICO

Canopo

Vaso usato nell'antico Egitto per conservare, immerse in resina o bitume, le viscere estratte dal cadavere durante il procedimento della mummificazione. I canopi, normalmente quattro, erano chiusi da coperchi a forma di testa umana, riuniti in una cassetta a scomparti collocata presso il sarcofago del defunto.

Modello tridimensionale di vasi canopi

Città dei Morti

Nome dato all'estesa area che si trova al di sotto della cittadella fortificata, ai piedi della Moschea di Alabastro, nella sezione Est del Cairo. In questa zona sono situate le antiche tombe, di origine medioevale, fatte erigere dai sultani mamelucchi. Se, in tempi lontani, i parenti dei defunti usavano trascorrervi un breve periodo di permanenza, per far compagnia ai loro cari, oggi la zona è diventata il rifugio di migliaia di senzatetto che affollano la metropoli egiziana.

Copto

Nome con cui gli Arabi, dopo la conquista dell'Egitto (641), chiamarono gli Egiziani rimasti cristiani. I copti costituirono una minoranza, professavano il Cristianesimo nella confessione da loro detta copta, seguendo una dottrina monofisita; la loro Chiesa si staccò dal resto della cristianità in seguito al Concilio di Calcedonia che condannò l'eresia monofisita. La lingua copta è la forma assunta nell'era volgare dall'egiziano antico e si divide principalmente in due dialetti. Come lingua parlata fu gradatamente soppiantata dall'arabo ed è oggi usata soltanto nei riti religiosi.

Diga di Assuan

È larga 3 km e mezzo e ferma una massa d'acqua di 500 km di lunghezza. Regola le piene del Nilo, favorendo 3 raccolti l'anno. Ma essa, pur evitando le periodiche inondazioni e le loro conseguenze (malaria), trattiene anche il limo. Così questo prezioso fertilizzante naturale deve essere sostituito da concimi chimici. Esso contiene infatti fosforo, magnesio e potassio e per ben 5.000 anni ha permesso le coltivazioni sulle rive del Nilo. I concimi attuali non hanno effetto sul deserto che annualmente avanza, rubando alle colture il terreno fertile.

Feluca

Agile imbarcazione a vela che percorre il corso del Nilo. Disegnata circa 3.000 anni fa, ancor oggi costituisce un suggestivo e piacevole mezzo di trasporto.

Ibis

Uccello bianco, simile alla cicogna, che vive presso le rive del Nilo. Ai tempi dei faraoni era considerato il sacro uccello del Nilo, di buon augurio perché annunciatore delle tanto attese piene del fiume. Gli antichi Egizi gli attribuivano un vero e proprio culto, arrivando persino a mummificarlo. Era ritenuto infatti l'incarnazione del dio Thoth, raffigurato appunto nell'arte egizia, con la testa di ibis.

Karkadé

Popolare bevanda egiziana. Di colore rosso scuro e di sapore simile allo sciroppo di ciliegia, è un infuso ricavato dai fiori dell'omonima pianta. Tale pianta è diffusa in particolare nella regione della Nubia e nei dintorni di Assuan. Ha effetto rinfrescante e rilassante.

Mastaba

Monumento sepolcrale in pietra in uso nell'Antico Regno egiziano destinato a ministri e funzionari. Era costituita da una parte sotterranea, in cui attraverso un pozzo veniva deposto il cadavere con il suo corredo, e da una parte in superficie, costituita da un edificio a forma di tronco di piramide, con pareti rastremate e copertura piana. All'interno si apriva una serie di stanze, spesso ornate di rilievi o pitture riproducenti scene della vita terrena. La camera funeraria era collegata da un pozzo alla piattaforma superiore: a sepoltura avvenuta, veniva murato l'ingesso del condotto orizzontale tra la camera e il pozzo, e questo riempito fino all'orlo di detriti. Era il defunto che, ancora da vivo, faceva costruire il proprio sepolcro; pertanto alle decorazioni emerge un'immagine fedele della vita di un tempo, completa delle caratteristiche personali, delle diverse professioni e dei rapporti sociali. La mastaba era poi concepita come una sorta di casa e parte delle decorazioni ricordavano tale funzione. Così da "richiamare in vita" il defunto anche nelle sue attività consuete.

Papiro

Fino al XIV sec., gli Egiziani utilizzavano questa pianta per la fabbricazione della carta. Il procedimento, ancora in uso al giorno d'oggi, prende avvio dall'estrazione del midollo dalla corteccia della pianta. Il midollo viene poi tagliato in pezzi di circa 40 cm di lunghezza, successivamente ridotti a sottili lamelle. Queste, distese parallelamente, unite tra loro, pressate e lisciate, costituiscono il foglio di papiro. Per scrivere su tale materiale si utilizzava un giunco, la cui punta, assottigliata, veniva intinta nell'"inchiostro" costituito da nerofumo o da ocra rossa sminuzzata. Nel II sec. d.C. il papiro subì la concorrenza della pergamena, proveniente dall'Asia minore e, nell'VIII sec., della carta da stracci, venuta dall'Occidente.

PERSONAGGI CELEBRI

Hosni Mubarak

Uomo politico egiziano (n. Kafr al-Musailaha, Basso Egitto 1928). Capo di Stato maggiore dell'aeronautica nel 1972, membro del Partito nazionale democratico, alla cui presidenza venne eletto nel 1978, divenne nel 1973 stretto collaboratore di Sadat che lo nominò nel 1975 vicepresidente della Repubblica. Dopo l'uccisione di Sadat, assunse nel 1981 la carica di presidente della Repubblica tramite referendum plebiscitario e si presentò ai Paesi arabi come continuatore della politica di Sadat e della pace separata fra Egitto e Israele. Dopo l'intervento israeliano in Libano nel 1982, e l'accusa dei Paesi arabi all'Egitto di aver provocato l'accaduto, Mubarak richiamò l'ambasciatore a Tel Aviv, nel tentativo di non inimicarsi troppo il mondo arabo. In più occasioni tentò quindi di mantenere buoni rapporti con i Paesi a lui avversi, dichiarandosi il presidente del Paesi guida del non-allineamento. In tale direzione, oltre a mantenere saldi i rapporti con gli Stati Uniti, stabilì nuovi contatti con l'Unione Sovietica; attenuò il dialogo separato con Israele nel tentativo di ottenere la riammissione dell'Egitto nella Lega araba; in particolare sulla questione palestinese si fece promotore, dopo la rappacificazione con l'OLP di Arafat e con re Hussein di Giordania, di una soluzione pacifica per il Medio Oriente. In politica interna adottò dei provvedimenti di distensione: aprì il dialogo con il partito dell'opposizione e le elezioni del 1984 si svolsero in un clima di relativa libertà. Promosse inoltre alcune riforme sul piano economico, tese a limitare l'eccessivo liberalismo operato da Sadat e rivolte ad incentivare l'industria e l'agricoltura. I margini di azione di Mubarak furono tuttavia piuttosto stretti. L'aumento dell'inflazione, il forte indebitamento con l'estero, i minimi livelli di sopravvivenza per l'80% della popolazione, generarono un malcontento diffuso, guidato dalle frange religiose islamiche più estremiste. Nel 1986 Mubarak fece da mediatore nel sequestro dell'Achille Lauro e negli anni successivi si adoperò per il reinserimento dell'Egitto nella Lega Araba. Nel 1987 promosse il vertice di Amman, in cui l'Egitto, pur non essendo reintegrato nella Lega, instaurò nuovamente rapporti diplomatici con numerosi Paesi arabi. L'obiettivo di Mubarak fu raggiunto nel 1989, quando l'Egitto venne riammesso nella Lega araba nel corso del vertice di Casablanca. Nel luglio 1989 venne eletto presidente dell'Organizzazione dell'unità africana e nel 1990 ottenne un grande successo diplomatico ristabilendo, dopo più di dieci anni, le relazioni con la Siria. Durante la guerra del Golfo del 1991, Mubarak si schierò dalla parte degli Stati Uniti. Nelle elezioni del 1993 e del 1999 fu riconfermato alla presidenza della Repubblica.

Gamal Abd el Nasser

Uomo politico egiziano (Beni Murr, Alto Egitto 1918 - Il Cairo 1970). Sin dalla prima giovinezza aderente ad associazioni patriottiche nazionaliste, nel 1952 prese parte attiva alla preparazione del colpo di Stato contro il regime di re Faruk. Dopo la proclamazione della Repubblica, sotto la presidenza di Neghib, rappresentò l'ala rivoluzionaria nell'ambito dell'associazione dei "Liberi Ufficiali" autori del colpo di Stato, su cui ebbe infine il sopravvento. Nominato presidente del Consiglio nell'aprile 1954, nel novembre successivo destituì Neghib, orientandosi verso la Repubblica presidenziale, che egli istituì nel 1956 diventandone presidente. Nello stesso anno prese l'iniziativa di nazionalizzare la Compagnia del Canale di Suez e riuscì a fronteggiare l'opposizione di Israele e quella anglo-francese. La sua politica, diretta alla realizzazione di un programma di nazionalismo panarabo di cui l'Egitto doveva essere il perno, portò all'unione dell'Egitto con la Siria nel 1958 e alla costituzione della Repubblica Araba Unita (RAU). Nasser inoltre portò avanti una politica di non allineamento, iniziata nel 1955 con la partecipazione alla conferenza di Bandung dei Paesi non-allineati. Tuttavia, sia in politica estera sia interna, la sua azione non procedette con linearità, alternando prese di posizioni radicali con altre più moderate, nel tentativo di risolvere i difficili problemi che premevano con particolare gravità. Questa linea, unitamente al notevole grado di accentramento richiesto dalla politica di pianificazione intrapresa, provocò la secessione della Siria nel settembre 1961. Nel 1967 motivi di prestigio personale, unitamente all'esigenza di smentire la propaganda montata dai circoli arabi più oltranzisti contro il suo presunto "moderatismo", indussero Nasser a prendere decisioni, quali la richiesta di ritiro delle forze dell'ONU da Suez e la chiusura del golfo di Aqabah alle navi israeliane, che resero inevitabile lo scontro con Israele, conclusosi con la sconfitta dell'Egitto. Tuttavia la popolarità di Nasser non ne fu intaccata. Per quanto ammalato, egli si impegnò sino all'ultimo per comporre le divergenze politiche interne e i dissidi nello schieramento arabo, indicando come proprio successore Anwar al-Sadat, che gli era stato accanto sin dal 1952 e che egli aveva nominato vicepresidente nel 1969.

Anwar al-Sadatt

Uomo politico egiziano (Mit Abu el-Kom, Basso Egitto 1918 - Il Cairo 1981). Appartenente a una modesta famiglia contadina, si orientò verso la carriera militare, entrando presto a far parte del gruppo dei giovani ufficiali nazionalisti antibritannici. Arrestato nel 1942 sotto l'accusa di spionaggio in favore dei Tedeschi, venne allontanato dall'esercito e reintegrato nel 1945. Nuovamente arrestato per complicità in un attentato contro Nahhas pascià, fu riammesso nell'esercito nel 1950 e nel luglio 1952 partecipò alla rivoluzione dei militari nazionalisti, iniziando la propria ascesa politica all'ombra di Nasser. Nominato nel 1957 segretario generale dell'Unione nazionale, il partito unico precursore dell'Unione socialista araba, nel 1960 fu eletto presidente dell'Assemblea nazionale. Entrato a far parte del Consiglio di presidenza nel 1962, due anni dopo assunse la vicepresidenza della Repubblica, affermandosi come il più stretto e fidato collaboratore di Nasser. Alla morte di questi (1970) ne divenne il successore. Considerato sino ad allora come uno scrupoloso esecutore degli ordini del Presidente e un moderatore delle opposte tendenze, non tardò ad affermare una propria linea, solo formalmente fedele a quella nasseriana. Egli imprimeva un nuovo dinamismo alla politica estera e a quella economica, imboccando una strada liberistica, fortemente contrastata dall'opposizione di sinistra, marxista e nasseriana, in grado di organizzare imponenti manifestazioni studentesche e operaie, sfociate in una vera e propria sommossa nel gennaio del 1977. Emergeva così drammaticamente il crescente distacco tra il vertice dello Stato e le masse popolari che Nasser era riuscito in parte a colmare. La sua statura politica, che aveva cominciato ad accrescersi con la vittoriosa guerra del Kippur contro Israele (ottobre 1973) veniva infine consacrata dagli accordi di Camp David (settembre 1978), che consentivano all'Egitto di sottoscrivere nel marzo successivo la pace col tradizionale nemico. Il coronamento di questo ardito disegno politico tuttavia suscitò contro Sadat l'ostilità dei Paesi arabi oltranzisti e l'odio mortale, in particolare, dei Libici e dei Palestinesi, aggravato dal sostegno ch'egli volle dare al deposto scià dell'Iran nei suoi ultimi giorni. La situazione, lungi dal normalizzarsi, si andava aggravando fino a sfociare nell'assassinio del "rais", avvenuto al Cairo il 6 ottobre 1981 ad opera di un commando militare.

ALTRI CENTRI

Assuan

(220.000 ab.). Città dell'Egitto, capoluogo del governatorato omonimo (679 kmq; 974.100 ab.). Situata sulla destra del Nilo, è centro di attrazione turistica per le rovine dell'antica città di Siene con i suoi imponenti monumenti faraonici. L'importanza di Assuan è legata alle dighe e ai bacini artificiali da esse formati, destinati alla produzione di energia elettrica e all'irrigazione della Valle del Nilo. Citiamo ad esempio la grandiosa diga di Sadd-Al-Al a 6,5 km a Nord di Assuan, che ha dato origine al Lago Nasser, il bacino artificiale più vasto del mondo.

Volo virtuale sull'isola di File

Volo virtuale sull'isola di File con avvicinamento al tempio di Iside

Karnak

(10.000 ab.). Città dell'Egitto centro-orientale, nel governatorato di Qena. È situata sulla destra del Nilo, poco a Nord di Luxor. Karnak costituiva il sobborgo settentrionale dell'antica città di Tebe ed era collegata da un lungo viale ornato da sfingi a Luxor, con cui formò il maggiore centro cultuale egizio. È un importante sito archeologico in cui sono conservate rovine dell'antica Tebe e numerosi templi, tra cui quelli di Khonsu, di Osiride, di Ammone, di Amenofi II e quello di Mut. I templi, costruiti in un arco di tempo di oltre 1500 anni, si estendono su un'area di oltre 3 kmq. Due recinti circondano i santuari eretti in onore del dio Montu e della dea Mut; un viale fiancheggiato da sfingi porta all'edificio sacro più grande e più importante, dedicato al dio Ammone. Il tempio di Ammone si innalza all'interno di un enorme recinto, che racchiude altri templi. Superato il pilone d'ingresso e il cortile, si penetra nella straordinaria sala ipostila, il cui tetto poggia su 122 colonne disposte su nove file; seguono altri cinque piloni, che immettono nel tempio vero e proprio. Completa il complesso la sala delle feste di Tutmosi III. I muri sono coperti di rilievi e iscrizioni, e lungo tutta la recinzione sono disposti obelischi e statue. Gli scavi e i restauri sistematici dei templi incominciarono alla fine del XIX secolo.

Karnak: veduta tridimensionale del recinto sacro di Ammone

Karnak: volo virtuale con avvicinamento al recinto sacro di Ammone

Karnak: ricostruzione del tempio di Ammone con sovrapposizione dello stato attuale dell'area

Luxor

(146.000 ab.). Città dell'Alto Egitto, capoluogo del governatorato omonimo (55 kmq; 361.100 ab.). Situata lungo il Nilo, venne edificata, come la vicina Karnak, sul luogo dell'antica Tebe. Le principali attività economiche sono quelle legate all'industria turistica. Imponenti rovine testimoniano la passata grandezza della città. Luxor era il santuario di Tebe verso cui si dirigeva ogni capodanno la processione della triade ammoniana proveniente da Karnak. Numerose le rovine, fra cui le più importanti sono il tempio di Ammone, edificato sotto il regno di Amenofi III (XVIII dinastia) e terminato sotto il regno di Ramsete I che vi fece aggiungere un cortile ed un primo pilone e decorò la facciata con sculture raffiguranti scene della battaglia di Qadesh e le colonne della sala ipostila di circa ventun metri di altezza. Numerosi gli obelischi, dei quali uno fu trasportato a Parigi ed eretto in Piazza della Concordia. Nel 1997 fu teatro di un grave attentato di matrice islamica che costò la vita a 58 turisti, per la maggior parte di nazionalità elvetica.

Luxor: volo virtuale sull'area del recinto sacro di Ammone

Luxor: ricostruzione del tempio di Ammone e sovrapposizione dello stato attuale dell'area

Deir el-Bahri: volo virtuale sull'area del tempio funerario della regina Hatscepsut

Veduta della ricostruzione del tempio funerario della regina Hatscepsut sovrapposta all'immagine dello stato attuale dell'area

Volo virtuale sul villaggio "operaio" di Deir el-Medina

Volo virtuale sul villaggio "operaio" a Deir el-Medina sovrapposto alla mappa attuale

Saqqara

(12.700 ab.). Cittadina del Basso Egitto, situata alla sinistra del Nilo, nei pressi dell'antica città di Menfi. Fu un importante centro religioso nell'Egitto antico, dall'Antico Regno fino al periodo copto (IX secolo d.C.). È sede della necropoli più vasta di tutto l'Egitto, che accoglie grandi complessi funerari. L'esteso pianoro, desertico e accidentato, racchiude infatti testimonianze di tutti i principali momenti della storia egizia, ma la sua fama si deve al complesso funerario del faraone Zoser (III dinastia), con l'imponente piramide a gradoni che domina la valle innalzata tra il 2737 e il 2717 a.C. Al di sotto della piramide di Zoser si vedono le rovine della tomba del faraone Userkaf (2465-2458 a.C.). Altre piramidi sono quelle che custodiscono le tombe di Unis (2356-2325 a.C.) e di Teti (2325-2291 a.C.). Con il passaggio dal Medio Regno al Nuovo Regno a Saqqara furono seppelliti anche numerosi funzionari, mentre in età ellenistica si impose il culto della sepoltura degli animali sacri (toro Api, a Menfi). A sudovest si trova il complesso di tombe del faraone Sekhemkhet (circa 2611-2604 a.C.), con una piramide rimasta incompiuta. Al limite estremo del pianoro, gli scavi, iniziati nel 1912, hanno portato alla luce una serie di grandi tombe, simili ai cenotafi dei più antichi re, rinvenuti alla fine del sec. XIX.

Sovrapposizione virtuale dello stato attuale della necropoli di Saqqara

Ricostruzione virtuale della necropoli di Saqqara

Ricostruzione della piramide di Djoser (o Zoser) a Saqqara

Linea flashing backefro

Vocabolario:

alessandrino.

1 (agg.), di Alessandria d'Egitto. 2 (s.m.), in metrica verso di quattordici sillabe.

Inglese

Alexandrian

Francese

alexandrin

Tedesco

alexandrinisch

basso.

(agg.; compar.: più basso o inferiore; sup. bassìssimo o ìnfimo), 1 in posizione poco elevata o assolutamente o relativa ad altri oggetti: tacchi bassi; bassa statura, punto -, comune lavoro all'uncinetto, far mano bassa: razziare; colpo di pugilato sotto la cintura; fig., colpo a tradimento. 2 di regione posta verso Sud, di fiume vicino alla foce, di lingua in uso nella parte meridionale o meno montuosa di una regione, di regione montuosa meno elevata: il - Egitto; il - Nilo; il - tedesco, i bassi Pirenei. 3 di masse liquide poco profonde: acque basse. 4 sommesso, tenue, grave profondo: a bassa voce; nota bassa. 5 esiguo, poco elevato: - prezzo, bassa temperatura, carte basse, di scarso valore. 6 fig. vile, abietto: gli istinti più bassi. 7 modesto, di poche pretese: - rango, basse origini; Camera bassa, la Camera dei Comuni. 8 di poco pregio: spirito di bassa lega. 9 tardo di periodo st.: - Impero. 10 di festa mobile che viene in anticipo: Pasqua bassa. 11 (avv.: bassamente), in modo meschino e vile; in modo dimesso, umilmente: fare, agire -; vestirsi -; 12 (avv.), in giù, verso terra: tirare basso; cadere in -, perdere ricchezze o reputazione. 13 (s.m.), la parte inferiore di ql.co.: il basso dei mobili; 14 (s.m.), mus. cantane o strumento dal timbro grave. 15 misera abitazione napoletana.

Inglese

low.

Francese

bas.

Tedesco

niedrig

diòcesi.

(s.f.), 1 circoscrizione ecclesiastica su cui ha giurisdizione pastorale il vescovo. 2 l'amministrazione pubblica in Atene e nell'Egitto tolemaico; distretto amministrativo nel basso Impero romano.

Inglese

diocese

Francese

(m.) diocèse

Tedesco

(f.) Diözese

egittologìa.

(s.f.), scienza che studia la civiltà dell'antico Egitto.

Inglese

Egyptology

Francese

(f.) égyptologie

Tedesco

(f.) Ägyptologie

egizìaco.

(agg.; pl. m. -ci), lett. dell'Egitto, egiziano.

Inglese

Egyption

Francese

égyptien

Tedesco

ägyptisch

egiziano.

1 (agg.), dell'Egitto. 2 (s.m.), abitante dell'Egitto. 3 carattere tipografico in cui le aste terminano con trattini orizzontali.

Struttura della società egiziana

Struttura della società egiziana

Inglese

Egiptian

Francese

égyptien

Tedesco

ägyptisch

egizio.

1 (agg.), dell'antico Egitto. 2 (s. m.), abitante dell'antico Egitto.

Inglese

ancient Egyptian

Francese

égyptien

Tedesco

altägyptisch

èsodo.

(s.m.), 1 emigrazione, spec. in massa, per ragioni politico-economiche: - degli Ebrei dall'Egitto; - della popolazione per le ferie. 2 nella tragedia greca, canto che accompagnava l'uscita degli attori.

Inglese

exodus

Francese

(m.) exode

Tedesco

(m.) Auszug

faraone.

(s.m.), 1 titolo del sovrano dell'antico Egitto. 2 gioco d'azzardo fatto con le carte in uso nel Settecento.

Inglese

Pharaon

Francese

(m.) pharaon

Tedesco

(m.) Pharao

fellah.

(s.m. e f.), contadino dell'Egitto e della Palestina.

Inglese

fellah

Francese

(m.) fellah

Tedesco

(m.) Fellache

geroglìfico.

(agg. e s.m.; pl. -ci), 1 ciascuno dei segni di cui si componeva la scrittura ideografica nell'antico Egitto. 2 scritto difficilmente leggibile.

La pesatura dell'anima in un "Libro dei morti"

Geroglifici

Inglese

hieroglyphic

Francese

hiéroglyphique

Tedesco

hieroglyphisch

mamelucco.

(s.m.), soldato a cavallo che faceva parte d'una milizia dell'Egitto maomettano.

Inglese

Mameluke

Francese

(m.) mameluk

Tedesco

(m.) Mameluck

pasqua.

(s.f.), 1 per i cristiani, la domenica della resurrezione di Cristo, fare la -: comunicarsi entro il tempo pasquale; felice come una -: felicissimo. 2 festa ebraica che ricordava la liberazione dell'Egitto dalla schiavitù.

Inglese

Easter

Francese

(m.) Pâques

Tedesco

(n.) Ostern

sistro.

(s.m.), strumento musicale a percussione dell'antico Egitto.

Inglese

sistrum

Francese

(m.) sistre

Tedesco

(n.) Sistrum

tebano.

1 (agg.), di Tebe, città della Beozia o dell'Egitto. 2 (s.m.), abitante di Tebe.

Inglese

Theban

Francese

thébain

Tedesco

thebanisch

Cănōpus

i, m.: Canopo, città del basso Egitto.

Hēliŏpŏlis

Heliopŏlis (acc. -im), f.: Eliopoli, città del basso Egitto.

Săis

Sais, f.: Sais, antica capitale del basso Egitto.

Syēnē

ēs, f.: Siene, oggi Assuan (in Egitto).

Tentyra

ōrum, n. pl. e Tentyris, Tentyrĭdis, f.: Tentira, città dell'Alto Egitto, oggi Denderah.

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